
Nella creazione da zero di un prodotto, uno degli aspetti più difficili ma anche affascinanti è la ricerca dell’armonia fra forma e sostanza.
Se è vero che l’attenzione massima alla qualità (la sostanza) deve essere il punto di partenza imprescindibile per chiunque voglia dar vita a un prodotto, è altrettanto vero che anche il packaging (la forma) è molto importante. Se non è un semplice elemento accessorio, il packaging svolge una funzione estetica e, al tempo stesso, informativa, rispecchiando i valori e il messaggio di cui il prodotto si fa portavoce.
Le confezioni di Candelily
Con questo concetto ben presente, durante la fase di progettazione delle linee di Candelily, avevo chiaro in mente quale primaria esigenza avrebbero dovuto soddisfare le confezioni: un’armonia di forma e sostanza, appunto. Questo significava che dovevano rispecchiare precisi canoni estetici (interpretati alla perfezione dalla delicatezza e dal minimalismo romantico delle grafiche di Enrica Farinelli) ed etici (meno uso di plastica possibile a favore di materiali riciclabili e sostenibili).
Questo è il motivo per cui, ad esempio, per le confezioni delle candele e dei diffusori della collezione “Insoliti Noti” la scelta è ricaduta su robusti cilindri di cartone, rivestiti da una bellissima carta canvas, con un motivo a bassorilievo che dà il giusto risalto alla delicatezza delle grafiche e dei toni pastello.
Per la chiusura della confezione, ai tappi di plastica ho preferito dei coperchi di latta. In questo modo anche le due estremità dei cilindri, oltre ad essere plastic free, sono molto robuste e resistenti. Inoltre, non essendo incollati al resto della confezione, è più facile lo smaltimento e il riciclo di ogni parte.
Il risultato finale è una confezione interamente ecologica, molto resistente, ma anche in sintonia con lo spirito romantico, pulito e minimale della collezione.

Il vostro entusiasmo accende nuove idee
Sono molto fiera del risultato finale, ma sono ancora più felice del fatto che la visione e la cura che hanno accompagnato queste scelte in fatto di packaging siano state comprese e condivise da voi che avete acquistato i prodotti Candelily!Il lavoro e la fatica della progettazione sono ampiamente ripagati dalla gioia che provo quando mi mandate le foto dei vostri impieghi creativi delle confezioni, oppure quando mi scrivete per chiedermi qualche idea di riutilizzo delle scatole perché “sono così belle che non posso proprio buttarle!”.
Il vostro entusiasmo ha acceso una lampadina nella mia testa e visto che le iniziative di riciclo creativo vanno sempre sostenute, ho iniziato a pensare ad un modo per suggerirvi delle ispirazioni e per fornirvi qualche spunto.
L’idea ha preso ancora più forma grazie a una chiacchierata con la mia amica Mariangela Vaia, aka @marymanicreative (e mai nome fu più azzeccato). Mariangela si occupa da tanto tempo di creatività e manualità. È specializzata nella gestione del tempo attraverso il metodo del Bullet Journal e nell’organizzazione di corsi e consulenze. È una bravissima crafter e coach creativa, appassionata di carta e con le mani sempre in movimento! Insomma, non potevo sperare in una collaboratrice migliore! (Se tu ancora non la conosci puoi rimediare subito leggendo qui.)
Una rubrica per il blog a quattro mani!
Mariangela è stata felicissima di aiutarmi, creando per voi dei bellissimi progetti che verranno presentati ogni terzo giovedì del mese qui sul blog, in una vera e propria rubrica di DIY, che che conterrà suggerimenti e idee per poter dare nuova vita e nuovi usi alle confezioni dei prodotti Candelily.
Ci sta molto a cuore diffondere il rispetto e la cura per gli oggetti che ci circondano, utilizzando come strumento il pensiero creativo, quello che ci permette di “considerare le cose non soltanto per quello che sono, ma anche per quello che potrebbero essere”. (E. De Bono).
Questa idea di creatività che guarda alla realtà delle cose senza schemi rigidi e prestabiliti era molto cara alla corrente artistica del Surrealismo che spesso amava rappresentare oggetti “veri”, cioè che esistono nel mondo reale e che vediamo spesso, ambientandoli però in contesti inusuali, sorprendenti e perfino un po’ stranianti.
È celebre in tal senso l’opera “L’inganno delle immagini” di René Magritte, dove il soggetto è una pipa accompagnata dalla scritta che contraddice l’immagine “Ceci n’est pas une pipe” (Questa non è una pipa). Il significato filosofico e figurativo del dipinto è certamente molto complesso e si presta a vari livelli di lettura, ma quello che ci ha colpito in questo caso è che l’opera rappresenta l’invito ad andare oltre gli schemi standardizzati che ci imbrigliano nella “solita” visione della realtà, per adottare piuttosto uno sguardo libero e disobbediente, che si posa sulle cose con curiosità e fantasia.
È per questo motivo che abbiamo scelto di chiamare questa rubrica “Questa non è una scatola”, come omaggio ad un’opera che ha esercitato su di noi una grande ispirazione e che a pieno titolo rappresenta il simbolo di un’ idea di creatività che condividiamo pienamente.
Noi siamo veramente emozionate e speriamo di cuore che questa nostra iniziativa piaccia anche a voi. Vi aspettiamo, allora, qui sul blog con il primo tutorial il 19 settembre!
A presto!
Ester e Mariangela
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